Mentre a Cannes la crisi accarezza la Croisette ed il solito confuso brulichio di un tempo è divenuto un ordinato passeggio di operatori del settore di tutte le lingue, di tutti i colori, di tutte le razze ed orientamenti sessuali del mondo, seguo con immutato stupore cosa succede in Italia.
Non posso che rifugiarmi, ancora una volta, nelle parole di chi dell'amaca ha fatto uno strumento di battaglia delle idee. E come potrebbe un meridionale come me, non condividere queste idee?
- "La società multietnica è fallita", dicono in televisione molti politici di governo, specie quelli col fazzolettino verde nel taschino. Lo dicono poco dopo l´approdo alla Casa Bianca di un nero. Lo dicono mentre a Parigi, a Londra, a Berlino e quasi ovunque in Europa è quasi impossibile incrociare su un marciapiede due individui dello stesso colore. Lo dicono mentre ognuno dei nostri e dei loro figli sta andando a scuola o mangiando una pizza o flirtando con un ragazzo/a che viene da un altro paese e da un´altra cultura. Lo dicono perché non sanno, o peggio non vogliono sapere, e si aggrappano, faziosi e causidici, agli inevitabili contraccolpi di ogni migrazione, di ogni ibridazione, di ogni mutamento, agitando lo spettro delle banlieue e dimenticando tutto l´enorme resto (dimenticando Parigi, la Francia, l´Europa, il mondo).
è negazionismo anche questo, negare l´evidenza, ribaltare la realtà. La società multietnica non è fallita e nemmeno è riuscita. La società multietnica, semplicemente, è in atto. è ciò che ci circonda ed è ciò che ci aspetta. Cercare di darle regole, di governarla, di limarne gli spigoli è giusto e necessario. Negarla è per metà patetico per metà folle."