Una vecchia volpe socialista come Rino Formica, rilascia una intervista illuminante sul Corriere di ieri. Non va persa.
"Il governo? No, la partita vera riguarda il Quirinale. Berlusconi vuole andare al voto per salire sul Colle, personalmente o presentando Schifani. E la Lega anche: sa di avere un pacchetto di voti determinanti per eleggere il suo candidato in pectore: Giulio Tremonti". Rino Formica ha 83 anni e una lunga carriera politica nel Psi. Conosce bene l' attuale ministro dell' Economia, che è stato suo collaboratore e ha militato tra i socialisti, prima di approdare nel Pdl. Elezioni anticipate, dunque? "Sono l' ultimo tram nella nuova notte della Repubblica, da prendere con questa legge elettorale". Perché con questa? "I quorum di garanzia della Costituzione, per l' elezione del capo dello Stato e la revisione della Carta, erano stati pensati per il proporzionale. Giolitti voleva addirittura costituzionalizzare questa legge elettorale. Ci si è illusi di cambiare il Paese con il maggioritario, che invece ha sfasciato ogni equilibrio. Mussolini provò a cambiare l' assetto istituzionale, da democratico in autoritario, a Statuto Albertino invariato: ma fece una marcia su Roma. Qui cosa si fa, la marcia della Brambilla?". Non c' è spazio per governi tecnici o di transizione? "No, quelli servono per cambiare la legge elettorale. Sono cominciati i grandi giochi per il Quirinale. A causa dell' impazienza e dell' intemperanza di un giovane puledro, Italo Bocchino, la granata è scoppiata con un anno d' anticipo. E ora Berlusconi persegue lucidamente il progetto delle urne". Per salire sul Colle? "Con questa legge basta una maggioranza relativa, che diventa assoluta, per avere il controllo della società per i prossimi sette anni, attraverso il nuovo Parlamento, il Quirinale e i nuovi giudici costituzionali. Non dimentichiamo che il Presidente ha la facoltà di sciogliere il Parlamento. Berlusconi può far scrivere 50 volte il suo nome sulle schede, ma il potere ultimo di decisione nell' assetto istituzionale spetta al capo dello Stato". E Tremonti? "Lui è il candidato della Lega. Che ha buoni sergenti ma non uomini di diritto: l' ultimo è stato Gianfranco Miglio". In che rapporti è Tremonti con Berlusconi? "Non so quando sceglierà il momento per la fuga, ma avendo avuto un' educazione da spirito libero tra i socialisti, dove la libertà era un culto, è a disagio in una caserma aziendale. Per ora è inamovibile da ministro e se Berlusconi lo muovesse sarebbe autolesionista". Però sembra ancora in sintonia con Berlusconi. "La fedeltà in politica? Nella seconda Repubblica, anche chi è entrato ignorante ha frequentato buone scuole di potere, figuriamoci Giulio". Tremonti avrebbe detto a Bossi che sarebbe pronto ad andarsene in caso di arrivo di Casini. "Tremonti ha un grande gusto per la battuta, bisogna vedere il contesto". Sarebbe un buon presidente? "Purtroppo i presidenti vanno giudicati sul campo, prima è difficile capirlo". Per Cossiga era "un genio", per i detrattori poco più di un commercialista brillante. "Sono più vicino a Cossiga: ha molte doti da leader e da uomo di Stato". Una volta disse che era doppio. In che senso? "Diciamo che in politica ha trovato la giusta combinazione tra ideale e reale". Fini che ruolo ha giocato in questa vicenda? "Quando si è educati a comandare, è difficile passare a servire. Non si può dire di voler comandare. Si dice: dialoghiamo". A chi si sente vicino ora? "Alle idee che fecero forte il socialismo italiano". Chi le sostiene oggi? "Nessuno".
Alessandro Trocino
Chi è La politica Nato a Bari nel 1927, Rino Formica è stato un importante dirigente del Partito socialista italiano, ripetutamente eletto alla Camera dei deputati e al Senato. Tra i molti incarichi, è stato anche componente della commissione parlamentare d' inchiesta sulla Loggia P2 Ministro Più volte ministro negli anni Ottanta, Formica è stato tra l' altro responsabile delle Finanze durante il primo e il secondo governo Spadolini.
Fonte: Il Corriere della Sera