Il lungometraggio C’est ca l’amour di Claire Burger, il documentario Ni juge ni soumise di Jean Libon e Yves Hinant e il corto Nefta football club di Yves Piat sono i tre film vincitori della quarta edizione di “Vive Le Cinéma. Festival di cinema francese“, promosso dalla Regione Puglia – Assessorato all’industria turistica culturale e prodotto da Fondazione Apulia Film Commission – Apulia Cinefestival Network, ideato e diretto da Alessandro Valenti, Angelo Laudisa e Brizia Minerva. I due premi speciali sono stati, invece, assegnati a Les Petites Mains di Remi Allier (Jeune Réal – Miglior Giovane Cineasta a cura di Rotary Club Lecce Sud) e Amin di Phillippe Faucon (Fraternità a cura di Caritas e Casa della Carità).
Dopo il grande successo di pubblico delle prime quattro serate (da mercoledì 10 a sabato 13 luglio) il festival si è concluso domenica 14 luglio nel chiostro della Biblioteca Provinciale “Nicola Bernardini” del Convitto Palmieri di Lecce con la cerimonia di premiazione, coordinata dalla giornalista e social media manager Maria Angela Nestola, alla quale hanno preso parte i tre direttori artistici, Loredana Capone (assessora all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia), Luigi De Luca (direttore del Polo Biblio-Museale di Lecce), Luca Bandirali (Apulia Film Commission), le giurie composte da Alba Rohrwacher, Laura Bispuri, Remi Burah e Muriel Merlin (lungometraggi), Jean Brehat, Tea Falco, Mattia Epifani e Ayat Najafi (corti e doc) e altri ospiti che si sono alternati sul palco.
Vive le cinéma ha proposto cinque giorni con proiezioni, masterclass, presentazioni di libri, musica, installazioni artistiche, dj set. Grande successo per la prima edizione della summer school “La critica cinematografica” a cura della rivista Fata Morgana Web, promossa da Dipartimento di Beni Culturali e Dams dell’Università del Salento, Centro Studi della Fondazione Apulia Film Commission e Vive le Cinéma, con la direzione scientifica di Roberto De Gaetano che ha coinvolto circa 50 partecipanti provenienti da tutta Italia con lezioni, laboratori, presentazioni e masterclass. Il festival, in questa edizione, è diventato diffuso coinvolgendo non solo la Biblioteca Bernardini, grazie alla collaborazione con il Polo BilioMuseale e il Museo Castromediano, ma anche alcuni spazi del centro storico di Lecce. Libreria Liberrima/All’Ombra del Barocco (dove si sono tenute anche le presentazioni dei libri), Enoteca Povero e Caffè Letterario hanno ospitato infatti i tre appuntamenti di “Spazi aperti della visione” a cura di Lorenzo Madaro e Brizia Minerva. Una rassegna di video screening dedicata al dialogo tra il cinema e il pensiero artistico che vedrà la proiezione dei lavori di Luca Coclite, Romina De Novellis e Loredana Longo. L’apertura di mercoledì 10 luglio era stata invece affidata alla musica di “Salento senza tempo live 2019″ dei Nidi d’Arac.
La serata conclusiva si è aperta con i saluti dell’assessora Loredana Capone. “Con Vive Le Cinema e il Festival del Cinema Europeo, Lecce sta diventando una piccola capitale del cinema, ribalta per film straordinari che non appartengono al circuito del main stream ma che più di altri meritano di essere visti e apprezzati, laboratorio per tutti quei ragazzi che non vogliono “subire” lo schermo ma preferiscono acquisire nuove competenze per interpretarlo e farne magari il proprio mestiere”, ha sottolineato durante il suo intervento. “Vive Le Cinéma è il più giovane della Rete regionale dei festival ma ha sempre puntato sulla qualità ospitando attori, registi, produttori, addetti ai lavori, critici di fama internazionale. Portandolo a Lecce non abbiamo fatto solo una scommessa sulla città e la sua comunità ma abbiamo voluto anche presentare il nostro territorio a chi magari è in cerca di location per nuovi film. Spesso ci chiedono perché la Regione Puglia investa così tante risorse nel settore cinematografico. La risposta è semplice: perché siamo convinti che il cinema non sia morto. E perché per tenere viva quest’arte ci vogliono impegno e una grande determinazione collettiva. Non basta restaurare i cinema, occorre tenerli aperti, con programmazioni di qualità, guardando ai nuovi bisogni del pubblico. In questo senso noi continueremo a lavorare e investire nell’industria cinematografica finché non avremo ottenuto il risultato, un risultato possibile se guardiamo cosa accade ai nostri vicini europei”.
Da Parigi, per impegni lavorativi, la presidente di Apulia Film Commission, Simonetta Dellomonaco si complimenta con le giurie per la scelta dei film premiati e con la direzione artistica per i risultati ottenuti in questa quarta edizione, sempre più ricca, articolata e piena di pubblico durante tutte le serate. “Durante il Festival i produttori e i registi presenti hanno mostrato grande interesse nei confronti della Puglia come possibile set di nuovi lavori“, sottolinea la presidente. “Quindi siamo contenti del nostro forum di coproduzione, presentato a Cannes, che terremo a ottobre a Brindisi. Far conoscere e divulgare il cinema francese è un aspetto di grande interesse per noi, ma lo è ancor più in relazione all’industria cinematografica pugliese“.
Il direttore del Polo Bibliomuseale Luigi De Luca ha poi spiegato l’importanza di essere all’interno di una biblioteca. “Libri e film hanno sempre avuto un rapporto fecondo. Libri e film raccontano storie, mondi, riflessi di vita. I Festival, il cinema, le biblioteche, la cultura, in generale sono una finestra sul Kaos del mondo per provare a comprenderlo e forse a cambiarlo”. Alla base della Summer School c’era “un’idea di un festival integrato che potesse fare formazione ad altissimo livello e non solo proporre la proiezione dei film”, ha sottolineato Luca Bandirali. “Senza una critica preparata manca un pezzo della filiera. Questo è un progetto in cui crediamo molto, che ha attratto allievi e allieve da tutta Italia, un’esperienza da ripetere e da potenziare“.
Subito dopo si è passati alle premiazioni partendo dal riconoscimento Jeune Réal al Miglior Giovane cineasta istituito dal “Rotary Club Lecce Sud”, rappresentato dalla presidente Stefania Mandurino, e assegnato da una giuria composta dagli studenti della Summer School. Les Petites Mains di Remi Allier è stato scelto per “la capacità nel rappresentare, attraverso le espressioni del volto del protagonista e il non detto dell’immagine l’innocenza di un divenire“. A seguire il Premio Fraternità, assegnato da Azione cattolica e Casa della carità di Lecce, è andato a un emozionato Phillippe Faucon per il suo Amin, scelto perché “racconta, senza ricorrere mai a facili stereotipi o semplificazioni, quanta luce vi sia nelle piccole cose e quanto solidi si rivelino i rapporti costruiti sulla semplicità“.
Sul palco è salito poi il regista Yves Piat, vincitore con il cortometraggio Nefta Football Club. “Un viaggio cinematografico e ironico che mostra come una realtà dura e drammatica può trasformarsi in un gioco, se vista dagli occhi puri e incoscienti di un bambino“, si legge nella motivazione della giuria guidata da Jean Brehat che ha invece scelto Ni juge ni soumise di Jean Libon e Yves Hinant come miglior documentario “per la realtà che mostra l’irrealtà di un giudice che recita la parte del giudice in una storia di potere dove il caso è affidato alle mani di un dio donna sotto lo sguardo non giudicante del regista“. La presidente di giuria Alba Rohrwacher ha, infine, proclamato il vincitore come miglior lungometraggio. C’est ca l’amour di Claire Burger (che è intervenuta con un breve videomessaggio) è un film “che ci ha commosso ed emozionato. Un film che parte dalla realtà ed è in grado di trascenderla con uno sguardo delicato, consapevole e mai retorico“, ha detto l’attrice. Il Premio di questa edizione – realizzato in cartapesta da Stella Ciardo e Vincenzo Casto – rappresenta il folletto buono ma dispettoso, tramandato dalla cultura popolare salentina. Descritto come un personaggio mitologico ma controverso si dice che debba essere ingraziato per assicurarsi una buona sorte.
Dopo la cerimonia di premiazione, il festival si è chiuso con un omaggio ad Agnès Varda, regista e fotografa, scomparsa pochi mesi fa, nato dalla collaborazione tra Vive le cinéma e Festa di Cinema del reale. Il direttore artistico Paolo Pisanelli ha ricordato l’appuntamento con il festival di cinema documentario ideato da Big Sur, che fa parte della rete dell’Apulia Cinefestival Network, che si terrà a Corigliano d’Otranto dal 16 al 20 luglio e ospiterà una sezione dedicata alla Varda. Dopo la visione di una intervista tra la Varda e Cecilia Mangini, pioniera del cinema documentario in Italia (realizzata nel 2011 proprio durante Cinema del Reale) è intervenuto Corentin Vignet, nipote della regista belga, che ha raccontato un breve aneddoto e ha lanciato la proiezione del documentario “Varda par Agnès”. Un film imprevedibile di un affascinante narratore. La regista mette in luce la sua esperienza, portando una visione personale di ciò che lei chiama “cine-scrittura”, viaggiando tra Rue Daguerre a Parigi a Los Angeles e Pechino.
L’appuntamento con la quinta edizione di Vive le cinéma è per l’estate 2020.
Vive le cinéma è finanziato da Regione Puglia – Assessorato all’industria culturale e turistica – a valere su risorse FSC Puglia 2014-2020 – Patto per la Puglia - e prodotto dalla Fondazione Apulia Film Commission – Apulia Cinefestival Network in collaborazione con Polo BilioMuseale di Lecce e Museo Castromediano in partnership con Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Unifrance, Dams (Discipline delle arti della musica e dello spettacolo) dell’Università del Salento, Fata Morgana Web, Ama – Accademia mediterranea dell’attore e Rotary Distretto 2120 Club Lecce Sud.