Se per oltre tre anni ti svegli la mattina alle cinque, saluti tuo figlio piccolo e tuo marito, prendi la macchina e raggiungi la stazione di Lecce, prendi il treno e arrivi a Bari, attendi l’autobus e dopo tre ore dalla partenza da casa arrivi all’ingresso della Fiera di Bari. Se arrivata lì, che faccia caldissimo o freddissimo poco importa, perché ti tocca fare a piedi ancora un mezzo chilometro per arrivare in ufficio.
Se per oltre tre anni fai questo per l’Apulia Film Commission, vuol dire che hai trovato quel che cercavi e che il tuo datore di lavoro ha trovato una donna su cui investire.
E’ successo che passione e competenza hanno trovato una fusione rara.
Ma succede che questo ritmo ti logora, che tuo figlio non ti riconosca più, che alla prima buona occasione rimetti in gioco le priorità e la vita prende un altro giro.
Venerdì scorso è stato l’ultimo giorno di lavoro, per noi, di una di noi.
Lei sa quanto bene le vogliamo. E sa che, volere bene, significa volere il bene di una persona.
Il tuo bene, Francesca, è quello che hai scelto. Non versare lacrime e pensaci sempre alle prese con CUP, CIG, procedure, determine, film, interrogazioni consiliari, lettere agli avvocati, fotografi esigenti, photoscouting, arrabbiature, i location scouting del baso, le sceneggiate, Vavu&Max, graduatorie, abbracci, sceneggiature, registi, attori, questuanti, pazzi, consigli di amministrazione, distretti, i centri di costo, i centri studio, le corrette imputazioni, d’autore, l’audit!, isterismi relativi, i pagamenti da fare di corsa, le firme da prendere al Rup, radiocinemaroma, lo staff brief del lunedì, le trasferte, chi va a Venezia?, forse, closing the gap, e che gap…, frontiere, le brutte telefonate, Paola&Chiara, Robi&Costa, la tua Cri, il nostro cuore grande al servizio di un’idea alta che abbiamo chiamato Puglia Migliore. Ovunque saremo, a questo penseremo. Non è forse vero?
2 Responses
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Gentile Direttore seguo sempre con interesse e curiosità il tuo diario. E’ un’occasione informale per conoscere meglio il lavoro e a volte i pensieri di chi come te svolge egregiamente una funzione pubblica e di responsabilità per il nostro settore. Quella di Francesca, persona che non conosco personalmente e con la quale mi scuso in anticipo per utilizzare la sua “storia lavorativa” per iniziare una riflessione, è una situazione che coinvolge tante persone, molte inteligenze e risorse della nostra regione costrette a macinare chilometri per raggiungere i propri luoghi di lavoro. So che cosa vuol dire lasciare gli affetti e la propria famiglia per andare a lavorare fuori, è una condizione che vivo quotidianamente nel mio lavoro di regista, la mia compagna con la quale ho due figli per anni ha dovuto guidare per 200 km al giorno per raggiungere la cattedra di una sperduta scuola della provincia tarantina, lasciando a casa un figlio di appena 8 mesi nella totale assenza di servizi pubblici di asili nido. Non entro nel merito della vicenda di Francesca , non mi permetto non conoscendola e sono sicuro che esistono altre questioni e vicende legate alla sua decisione ma lancio una domanda che molti nel nostro settore si pongono e mai pubblicamente viene esposta. Perchè Francesca o chi come lei essendo della provincia di Lecce deve fare così tanta strada per raggiungere il cineporto di Bari e la sede dell’Apulia Film Commission quando è presente a Lecce un bellissimo cineporto che avete fortemente e inteligentemente voluto? Perchè la struttura non da lavoro a risorse come Francesca? Perchè non si riesce a decentrare il grande lavoro che si fa a Bari in una struttura pubblica come quella di Lecce? Molte volte passo dal cineporto di Lecce e nonostante il prezioso lavoro di una persona che puntualmente lo apre e lo chiude è all’occhio di tutti la sottoutilizzazione di questo spazio. Sicuramente ci sono tanti impedimenti che non conosco che costringono il cineporto di Lecce a non essere utilizzato come dovrebbe, sicuramente in questi anni difficili non ci sono i fondi per investire nella struttura e nel personale ma immaginare quello spazio con un energia simile a quella che si respira nel cineporto di Bari è un sogno che come pugliese mi auspico.
Con la stima di sempre
Davide Barletti
Caro Davide,
la gran parte del lavoro che svolgiamo è di natura organizzativa, procedurale e richiede un rigido accentramento giacché le carte dei progetti FESR devono essere conservata e gestite rigorosamente nella sede legale principale. Tuttavia nei nostri piani è previsto lo sviluppo dei Cineporti di Puglia ed in particolare di quello leccese. Dunque presto spero di poter dare risposte concrete alle tue proposte.
Un caro saluto