Da quando ho scoperto l'analisi quotidiana dell'auditel che conduce Stefano Balassone sul quotidiano Europa, sento di essere divenuto un tossicodipendente irrecuperabile.
L'acutezza della sua lettura del mondo, dettata dalla lunga esperienza di commissioning editor televisivo, sono essenziali per capire grazie alla tv, cosa accade fuori di essa.
Per capirci, leggere questa teoria dei "sette nani" per crederci:
"Il panorama della tv generalista d’agosto, la stagione più “bassa della tv”, quest’anno somiglia ai sette nani senza Biancaneve. Prescindiamo dal 2012, quando la trasmissione delle Olimpiadi dal 27 luglio al 12 agosto, ha sconvolto gli equilibri normali dei palinsesti, e guardiamo al confronto fra il 2011 e il 2013. Da allora le reti “generaliste” hanno implacabilmente perso punti di share: quelle Rai da un punto a un punto e mezzo ciascuna; quelle Mediaset da due punti a due punti e mezzo per ognuna. Risultato: nell’agosto appena trascorso Rai 1, la rete più “grande”, vale il 16%, seguita da Canale 5 al 12%. Mentre le reti “minori” del duopolio si piazzano fra il massimo di Rai2 (7,5%) e il minimo di Rete4 (4,7%). Anche la 7 si contrae da 3,7 a 2,8 punti di share. È vero che parte delle perdite sono recuperate dal maggiore ascolto della miriade di “canalini” fatti di repliche con cui Rai e Mediaset, e La7 con la sola La7D, hanno intasato la tv del digitale terrestre, ma il saldo per i due più grossi è comunque fortemente negativo. E così abbiamo una tv generalista per così dire mancata, abitata solo da sette nani più o meno bassi. Non sappiamo quanto ciò possa piacere agli investitori pubblicitari che così dispongono solo di canali privi dell’”aura” di chi “sta sulle bocche di tutti”. Di sicuro è una situazione solo italiana, perché all’estero lo spazio della tv generalista è occupato non dai sette nanetti, ma da quattro o cinque Biancaneve, di cui almeno un paio di formato gigante (cioè fra il 30% e il 40% degli ascolti, come TF1 e France 2 in Francia, oppure BBC1 e ITV in Inghilterra).
Una televisione generalista spappolata come la nostra –e vedremo presto se si tratta di un fatale piano inclinato- non è frutto di “errori”, ma della vecchia logica di potenza posta a presidio del Duopolio, vale a dire occupare tutti gli spazi (con tre reti per parte e La7 a reggere il moccolo) a ogni possibile concorrenza. Per decenni il trucchetto ha funzionato e i beneficiari si sono riempite le tasche spennandoci senza che alcuno protestasse. Ora questa situazione rischia di mutilare il sistema della tv delle sue “piazze” generaliste facendoci ritrovare, ognuno per la sua mania, a sfogliare i canali tematici. E ci domandiamo: la democrazia, può sopportare la scomparsa della “piazza elettronica”, e cioè di una vera tv generalista? E con essa l’eclissi dei comuni denominatori che identificano la comunità?"
Fonti:
Europa quotidiano
Stefano Balassone