Secondo appuntamento "Due o tre cose che so di loro" con Enrico Magrelli

È il cinema di Martin Scorsese il protagonista del secondo appuntamento con “Due o tre cose che so di loro – 7 Conversazioni di cinema”, il ciclo di incontri dedicati al cinema raccontato, studiato e osservato, ideato e organizzato dal Circuito D’Autore di Apulia Film Commission.
Dopo il successo della prima serata su “Pulp fiction”, giovedì 6 marzo al cinema Nuovo Splendor di Bari e venerdì 7 al Bellarmino di Taranto, il critico Enrico Magrelli - autore e conduttore storico di Hollywood partysu Radio3, nonché vicedirettore del Bif&st di Bari– sarà accompagnato dal collega Marco Spagnoli nell’attraversare, scrutare e raccontare la lunga carriera del regista premio Oscar, entrato nella storia culturale e non solo cinematografica, con capolavori quali “Toro scatenato”, “Quei bravi ragazzi”, “Casinò”, “L’età dell’innocenza”, “Gangs of New York”, “Taxi driver”.
E proprio “Taxi driver”, interpretato da Robert De Niro e da una giovanissima Jodie Foster, sarà eccezionalmente proiettato a fine serata, nella versione originale con sottotitoli sia giovedì al Nuovo Splendor sia venerdì al Bellarmino (appuntamento sempre alle 21.00; biglietto 4 euro; info dautore.apuliafilmcommission.it).
 
Partendo dal suo ultimo The Wolf of Wall Street con il suo ultimo attore feticcio Leonardo Di Caprio, per alcuni un capolavoro per altri un film non riuscito e pieno di difetti, gli incontri di giovedì e venerdì della prossima settimana partiranno dalla dimostrazione che Martin Scorsese sa raccontare gli eccessi dei suoi protagonisti come pochi altri autori. Il suo cinema è un cinema che si nutre di film, di archivi sensoriali, di musica, di radici multiculturali, di un’energia controllata, consapevole, sofisticata e cinefila. Protagonista della cinescapigliatura degli anni ’70, è il più classico dei cineasti americani contemporanei, oltre che essere autore di veri e propri monumenti della storia del cinema, quale è lo stesso “Taxi driver”, spaccato dolorante del lato oscuro degli anni '70, vivido ritratto della decadenza americana post-Vietnam.
Il programma di “Due o tre cose che so di loro” proseguirà con la terza conversazione il 20 e il 21 marzo su Marco Bellocchio, con Dario Zonta, critico cinematografico per L’Unità, conduttore radiofonico per Hollywood Party (Radio3), scrive per riviste di settore (Duellanti, Mucchio Selvaggio, Lo straniero), collabora con il sito Mymovies ed è nel comitato scientifico del Premio Solinas. Circa questo appuntamento, Magarelli spiega: “Marco Bellocchio ha esordito giovanissimo nel 1965 con un’opera prima che rappresenta uno spartiacque nella storia del cinema italiano. Esploratore instancabile e sempre curioso degli slittamenti dell’identità, dei diavoli incorporati in ognuno di noi, delle visioni che ci interrogano e non ci consolano. Frequentatore della letteratura classica e della cronaca. Visitatore dell’anima e della storia. Ogni film un rebus da interpretare. Una sciarada da decifrare”. Su questo e molto altro verterà l’incontro coordinato dai due critici.
“Due o tre cose che so di loro” prosegue ad aprile, il 17 e il 18 aprile, con “New Hollywood”, lezione incontro nella quale Magarelli sarà accompagnato da Emanuela Martini, direttore del Torino Film Festival. Insieme condurranno il pubblico nell’indagine su quei mostri sacri come Spielberg, Coppola, Lucas, Altman, ma anche De Niro, Pacino e Nicholson che hanno segnato e rimodulato l’idea di racconto e spettacolo, ripensando antiche storie, i generi e l’immaginazione sociale.
Non può mancare nel ciclo un focus omaggio a Carlo Verdone, il 15 e il 16 maggio, nuovamente con Bandirali. Protagonista di quattro decenni di storia del cinema, compreso quello attuale (24 film da regista) Carlo Verdone è, da una parte l’erede e il continuatore di una solidissima tradizione, quella della commedia all’italiana, dall’altra il grande innovatore che assorbe lo stile internazionale e crea un proprio inconfondibile marchio di fabbrica. L’incontro sarà allora una visita guidata in questa fabbrica, alla ricerca dei “segreti” della formula Verdone.
Il sesto appuntamento, il 29 e 30 maggio, sarà – con Marco Spagnoli – invece dedicato a Billy Wilder, maestro assoluto e inarrivabile della commedia. Una commedia umana che paga pegno a Hollywood e alla Mitteleuropa. Allievo dotatissimo di Ernst Lubitsch, ha definito, con una filmografia mai ovvia, un “Wilder’s touch” paragonabile al tocco del suo maestro. Sceneggiatore straordinario, direttore di attori–complici come Lemmon e Matthau e tanti altri, ha insegnato agli spettatori che il cinema può essere un’euforica fabbrica delle idee. Senza mai salire in cattedra o pretendere di insegnare.
Il ricco programma si concluderà a giugno, il 12 e il 13, con una serata su Roman Polanski alla quale interverrà anche Giancarlo Mancini, autore televisivo de “Il tempo e la storia”. Tra kolossal e opere da camera, trasposizioni in grande stile e avventure della coscienza, Polanski è ancora oggi uno degli esempi più stimolanti di un cinema nomade e antiautoritario, in cui si incontrano Hollywood e Kafka, il surrealismo e il cinema in costume.