Cari Amici Audiovisivi,
la settimana comincia densa di notizie e appuntamenti per attori e registi.
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La protesta del Cinema al taglio del Fondo Unico per lo Spettacolo
In questo periodo il mondo della cultura, del cinema e dello spettacolo in Italia è in fermento, il taglio che il governo italiano ha predisposto per il FUS ha sollevato i commenti di tutti gli operatori del settore.
L’attore Pierfrancesco Favino, premiato durante il Roma Fiction Fest come miglior attore per la miniserie "Pane e libertà" ha rifiutato il premio come segno di protesta al taglio del governo.
Di seguito, vi trasmettiamo la lettera che Riccardo Scamarcio ha letto in sede di conferenza stampa di presentazione del film "L’uomo nero"girato in questi giorni in Puglia dal regista Sergio Rubini.
Durante i giorni del G8 in occasione del summit dell’Aquila il nostro Presidente del Consiglio ha raccontato ai suoi illustri ospiti di un Paese che ha a cuore la cultura e l’arte, ha mostrato chiese salvate e capolavori strappati alla polvere, ha narrato di una terra in cui la cultura é un valore etico e una ricchezza.
Eppure in questi stessi giorni, proprio il governo del presidente Berlusconi ha deciso una riduzione violenta dei finanziamenti pubblici alla cultura e all’intero mondo dello spettacolo - composto da 200.000 lavoratori in larga parte precari, intermittenti, non tutelati in materia di diritti e garanzie sociali.
In Europa non ci sono più frontiere, siamo un’unica grande comunità. Ma se gli altri paesi a noi vicini investono in media l’1,5% del PIL per la cultura e lo spettacolo, l’Italia ha il record negativo con lo 0,1%.
Un esempio per tutti.
Mentre il finanziamento complessivo dello Stato Italiano per il Fondo Unico dello Spettacolo é di 394 milioni di euro, in Francia lo Stato investe 543 milione di euro solo per il settore dell’audiovisivo, di cui circa la metà per il cinema.
Ad aggravare il quadro c’é il taglio alle produzioni di fiction, annunciato e già in parte messo in atto da parte di RAI e MEDIASET, di circa il 30% rispetto all’anno scorso.
Dai prossimi mesi si vedranno meno film, meno spettacoli teatrali, meno concerti, meno serie televisive, meno artisti, meno idee - in un panorama di pretesi risparmi che finiranno per rendere il paese più povero di emozioni, di pensieri, di profondità, di energia creativa, di allegria.
Questo severo taglio di risorse, che mette a rischio tutte le realtà produttive, e soprattutto le più piccole che spesso rappresentano l’eccellenza artistica italiana, non rappresenta un semplice ridimensionamento, ma si configura come un pressoché totale annientamento della produzione artistica.
L’arte e la cultura italiana rappresentano non solo un nostro patrimonioma qualcosa che appartiene alla comunità internazionale: meno cultura in Italia equivale a meno cultura nel mondo.
Noi non consentiremo che questo accada, consapevoli che gli artisti degli altri paesi - a partire dalle grandi manifestazioni artistiche internazionali dell’estate e dell’autunno - non ci lasceranno soli in questa battaglia.
Gli autori di cinema e di teatro, gli attori e le attici, i lavoratori dello spettacolo