"Approvare forme di unione che snaturano l'essenza e il fine della famiglia, finisce per penalizzare quanti, non senza fatica, si impegnano a vivere legami affettivi stabili, giuridicamente garantiti e pubblicamente riconosciuti". Sono le parole di un signore che rispetto molto, ma di cui non condivido nemmeno una delle cose che va dicendo da quando è salito al soglio pontificio (ed anche prima, in verità, essendo stato uno dei più retrivi conservatori della curia romana al tempo di Wojtyla).
Si tratta, infatti, delle parole di Joseph Ratzinger alias Papa Benedetto XIII che, a quanto mi risulta e per quanto ne capisco io di cose di Chiesa sta demolendo, giorno dopo giorno, dichiarazione dopo dichiarazione, lo spirito e la lettera del Concilio Vaticano Secondo che rappresentò negli anni '60 la rinascita di una Chiesa ed una religione capaci di sintonizzarsi con la vita quotidiana delle persone in carne e ossa.
La Chiesa degli anni duemila, invece, continua a ritenere il profilattico un rischio per la vita; l'aborto non una libera e dolorosa scelta della donna, ma una minaccia per l'umanità; le coppie di fatto (anche eterosessuali, come la mia, ad esempio e quella di quasi tutti i miei coetanei) un abominio.
Con questo atteggiamento chiunque nutre ancora una speranza di trascendenza ne ricaverà una pessima lezione. Tutti gli altri, quelli che hanno della vita una concezione laica (attenzione: non atea), bè, per fortuna continueranno a vivere serenamente in nome dell'amore e della felicità possibile su questa terra. E basta.
E delle parole del "pastore tedesco" rimarrà una eco lontana e incomprensibile ai più.
PS
Nota a margine: mi stupisce e, francamente, inorridisce, che la Chiesa di Roma (Bagnasco & co.) non spenda una parola una nei confronti della vicenda che vede coinvolto Berlusconi con minorenni.