La notizia che l'Antitrust ha bloccato la legge regionale toscana mi ha messo di buon umore oggi.
Libertà di intrapresa significa modernizzare il sistema e incrementare il pubblico, non dividere una torta già piccola. Anche perché nuove sale e schermi significano maggiore qualità e aumento della propensione al consumo di cinema, di multiprogrammazione, di offerta diversificata e concorrenziale. Come non capirlo?
Fonte: Eduesse
"In una comunicazione inviata alla Regione Toscana, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, espone elementi di critica relativamente alla legge della Regione Toscana 25 febbraio 2010, n. 21, e nel relativo decreto di attuazione, D.P.G.R. 6 giugno 2011, n. 22/R, che disciplina l’apertura sale. Nello specifico la normativa subordina l’apertura di sale con un numero complessivo di posti superiore a 700 e di multisale medie e grandi ad un parametro definito dalla Regione, con cadenza annuale, per ciascuna provincia, sulla base del rapporto tra il numero di posti cinema e la popolazione. Inoltre, prevede distanze minime (15 km) per le multisale con più di 8 schermi e dispone che l’apertura di multisale medie e grandi possa essere subordinata a specifiche misure relative sia alla struttura che all’offerta di servizi (ad esempio la programmazione al cinema indipendente). Infine, la normativa in esame prevede l’autorizzazione anche per l’apertura di sale con meno di 700 posti e per piccole multisale qualora queste siano localizzate nella medesima struttura immobiliare di altre sale «ovvero nella compagine societaria siano presenti soggetti che hanno trasferito posti cinema nei 5 anni precedenti». Come rilevato in altre segnalazioni, «l’Autorità ritiene che la previsione di regimi di autorizzazione preventiva, nonché l’imposizione di vincoli in termini di distanze minime e di caratteristiche delle strutture cinematografiche, si traducano, in un contingentamento delle sale cinematografiche risultando, pertanto, idonee a limitare l’accesso di nuovi operatori nel mercato e a impedire il pieno operare dei meccanismi concorrenziali». L’Autorità osserva anche che «non vi sono controindicazioni ai fini della promozione della cultura derivanti dalla maggiore diffusione di opere cinematografiche, che presumibilmente conseguirebbe alla rimozione dei vincoli normativi e amministrativi all’accesso presenti nella regione Toscana. Alla luce delle considerazioni svolte, l’Autorità auspica la rimozione dei vincoli di autorizzazione preventiva»."