I segnali si iniziavano ad avvertire già a inizio anno. Oggi ne ho quasi certezza: il 3D ha rappresentato il sogno commerciale dei distributori e degli esercenti per aumentare i profitti grazie a un balzo tecnologico. Solo che, insegnano i manuali di storia dell'economia (capitalistica), questo balzo conduce a imporre modi di vita, costumi e consumi alterati e spesso disutili (ah, quanto gioverebbe che le classi dirigenti del mondo leggessero il Pasolini "corsaro") perché imposti e non naturaliter affermati nella realtà dei processi.
La dimostrazione autoriale di questa mia (quasi) certezza è qui:
"A ottobre è previsto l’inizio di ‘Io e te’, tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti. Un piccolo film, ma che mi dava la possibilità di utilizzare il 3D che considero uno strumento utile, una lente in più. Ora però incontro segnali poco incoraggianti". Ieri Bernardo Bertolucci ha tenuto un incontro con gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia, moderato da Daniele Luchetti, dove, tra gli argomenti affrontati, ha annunciato che contrariamente a quanto aveva dichiarato al Festival di Cannes dovrà probabilmente rinunciare al 3D per il suo prossimo film. "Dopo i fasti di ‘Avatar’, oggi il 3D è considerato qualcosa di costoso e di volgarmente commerciale; appannaggio di film scadenti e riservati a un pubblico giovanile. Eppure la Focus mi propone di realizzare una versione tridimensionale di ‘L’ultimo imperatore’". Il regista di ‘Novecento’ e ‘Ultimo tango a Parigi’ continua: "Il paradosso è che oggi devo lottare per il 3D come fosse un atto creativo estremo, come quando negli anni 60 mi battevo per girare un film in bianco e nero. Mi vedo quasi costretto a rinunciare".
Fonte: E-duesse