Uno dei grandi capolavori del Novecento “La grande illusion” di Jean Renoir in versione originale, manifesto di pacifismo e che per questo rischiò la distruzione da parte dei nazisti, torna vivere grazie al ciclo “Il cinema ritrovato” curato dalla Cineteca di Bologna e proposto in Puglia dal Circuito D’Autore di Apulia Film Commission.
“La grande illusion” sarà lunedì 3 marzo al Piccolo di Bari (h 18.30 e 20.30), al Db d’essai di Lecce (h 19.00 e 21.00) e all’Alfieri di Corato (h 19.15 e 21.30);martedì 4 marzo al Palladino di San Giovanni Rotondo (h 20.00); venerdì 7 marzo al Piccolo Osservatorio Garzia di Terlizzi (h 21.00); martedì 11 marzo al Vignola diPolignano a Mare (h 21.30).
Ambientato nel 1916 e interpretato da Jean Gabin, Pierre Fresnay, Erich von Stroheim, Dita Parlo, Marcel Dalio, “La grande illusione” racconta la vicenda di due aviatori francesi, il proletario tenente Maréchal e l'aristocratico capitano de Boïeldieu, abbattuti dall'asso tedesco barone von Rauffenstein il quale prova un'immediata simpatia per De Boïeldieu. Trasferiti in un campo di concentramento militare i due sono sul punto di fuggire quando vengono trasferiti. Finiranno con il raggiungere un'antica fortezza comandata proprio da Von Rauffenstein.
Renoir con questa sua opera raggiunge un enorme successo di pubblico e di critica anche se la sua presentazione alla Mostra di Venezia (nata nel 1932) suscitò un forte disappunto nel regime fascista che intervenne sulla giuria affinché non ricevesse il Leone d'oro (che andò a un altro film francese considerato innocuo: Carnet di ballo di Julien Duvivier). Ciò che dava fastidio era il suo dichiarato pacifismo universale in tempi in cui la seconda guerra mondiale non era ancora imminente ma il nazismo non nascondeva più le sue mire.
La storia della pellicola fu poi lunga e travagliata: fu la Cineteca di Tolosa, a metà degli anni Sessanta, a scoprire che il negativo originale del film si trovava a Mosca. Nel 1945, quando l'Armata Rossa entrò a Berlino, aveva raccolto come trofei di guerra un certo numero di opere d'arte e in particolare alcune pellicole conservate dal Reichsfilmarchiv. Questi 'film-trofei' furono portati in Unione Sovietica in quantità talmente cospicua che divennero uno degli elementi determinanti nella costituzione del Gosfilmofond. Fra questi, in mezzo a titoli statunitensi, tedeschi, francesi - negativi, materiali intermedi, positivi vari - si trovava il negativo originale di La grande illusioneche i tedeschi stessi avevano preso a Parigi nel 1940 e portato a Berlino con il chiaro obiettivo di distruggere il film o comunque di impedirne la circolazione (Goebbels l'aveva definitito il "nemico cinematografico numero uno").
In piena Guerra fredda, sfruttando i buoni rapporti sviluppati con i colleghi sovietici, i responsabili della Cineteca di Tolosa riescono a farsi consegnare il negativo di La grande illusion, pare in cambio di un film di 007.
È sulla base di questo nitrato negativo originale che è stato realizzato nel 1997 un primo restauro analogico del film grazie alla collaborazione fra Archives Françaises du Film, CNC e StudioCanal fedele al montaggio voluto nel 1937 da Renoir. Nel 2011, Studiocanal et la Cinémathèque de Toulouse hanno deciso di restaurare digitalmente il film: il negativo originale è stato digitalizzato e restaurato in 4K dal laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna.
Il programma prosegue con:
“Roma città aperta” di Roberto Rossellini_il 31 marzo al Piccolo di Bari e al Db d’essai di Lecce; il 1° aprile al Vignola di Polignano, all’Alfieri di Corato e al Palladino di San Giovanni Rotondo; il 4 aprile al Piccolo Osservatorio Garzia di Terlizzi.
“Hiroshima mon amour” di Alain Resnais_il 28 aprile al Piccolo di Bari e al Db d’essai di Lecce; il 29 aprile al Vignola di Polignano, all’Alfieri di Corato e al Palladino di San Giovanni Rotondo; il 9 maggio al Piccolo Osservatorio Garzia di Terlizzi.
“Chinatown” di Roman Polanski_ il 26 maggio al Piccolo di Bari e al Db d’essai di Lecce; il 27 maggio al Vignola di Polignano, all’Alfieri di Corato e al Palladino di San Giovanni Rotondo; il 30 maggio al Piccolo Osservatorio Garzia di Terlizzi.