Se nel campo del rating esiste una mediocre concorrenza tra grandi gruppi americani (Standard and Poor’s, Moody’s e la più piccola Fitch che dominano il mercato impedendo, grazie alla complicità del Governo del Paese che ne ospita la sede legale, l’ingresso nel mercato di altre agenzie nazionali pure autorevoli, come la cinese o la brasiliana) in quello della rilevazione dei dati d’ascolto italiani, invece, non esiste alcuna concorrenza neanche nominale.
Così la posizione dominante di Auditel è sconfortante e poiché nel suo CdA siedono 18 uomini in larga prevalenza espressione delle quote relative di Rai (33%), Mediaset (33% e potere di controllo) e UPA - Unione de pubblicitari, non è difficile capire perché nuove piattaforme come il web o il digitale satellitare siano assai sottostimati.
Per fortuna viviamo in uno stato di diritto, così la legge può essere elusa dai furbacchioni, ma fatta applicare dai giudici.
Ma questo è uno dei temi su cui il nuovo Parlamento dovrà necessariamente interrogarsi.
Fonte: e-duesse.it
La I sezione del Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Auditel contro la multa da 1,8mln di euro inflitta lo scorso dicembre dall’Antitrust per abuso di posizione dominante. La società di rilevazione, guidata da Walter Pancini, era stata oggetto di un’istruttoria dell’Authority a seguito di una denuncia di Sky. L’indagine aveva riscontrato che Auditel aveva ostacolato - tra la metà del 2009 e l’ottobre 2010 - la pubblicazione giornaliera dei dati di ascolto tv di ciascun canale distinti per piattaforma tecnologica. Dalla seconda metà del 2008 fino a gennaio 2010 era invece stata ostacolata la pubblicazione giornaliera dei dati della voce “altre digitali terrestre”. Infine, erano stati attribuiti i dati di ascolto rilevati nel panel anche alla popolazione non dotata di apparecchi tv.