Nel libro della Genesi, 3.16., il Signore dice:
"Mulieri quoque dixit: Multiplicabo aerumnas tuas, et conceptus tuos: in dolore paries filios, et sub viri potestate eris, et ipse dominabitur tui."
"Poi disse alla donna: Io accrescerò grandemente i dolori del tuo parto e della tua gravidanza; tu partorirai figliuoli con dolori, e i tuoi desideri dipenderanno dal tuo marito, ed egli signoreggerà sopra te."
Sarà per questa maledettissima frase che per oltre duemila anni i miei colleghi maschi di tutto il mondo hanno ritenuto il corpo della donna loro privata proprietà?
Io detesto anche questo: l'uso proprietario che si fa della cosa pubblica e di quella cosa privatissima - ma pubblica a scopo di battaglia politica - ch'è il corpo della donna.
Non v'è nulla di più sacro del corpo della donna, scrigno della vita.
E gli uomini di corpo della donna non capiscono un accidenti.
Le parole che stanno volando in queste ore sulla pillola RU486 mi fanno vergognare di essere uomo, maschio.
E' significativo, non sfugga, che - su dieci - nove sono i commenti di uomini pii e rigorosi osservanti della legge trascendente del Signore Dio nostro...
Vorrei dire ai tanti che parlano, di tacere e di rispettare le leggi.
Tutto quello che aiuta la donna a superare un momento drammatico com'è l'interruzione di gravidanza sia benedetto dalla scienza, assicurato dalla politica, scelto in democrazia dove, a contare, è solo la libertà di scelta purché questa non arrechi danno all'altrui persona.
Riusciremo mai a diventare un Paese civile?
P.s.
Sono eloquenti e drammatiche le parole del dott. Nicola Blasi, primario della I clinica di Ostetricia del Policlinico di Bari che per primo in Italia ha garantito il protocollo ad una paziente.
Dice Blasi "Si, siamo all'avanguardia perché applichiamo la legge".
E' meravigliosa la banalità del bene.