Come il grande classico con Paul Newman e Elizabeth Taylor, così gli italiani sembran non volere rendersi conto di quanti danni la politica abbia prodotto alla Rai. E così la gatta Tarantola rischia di farsi male alle zampine e noi di perdere ancora tempo sulla via della innovazione di prodotto e di produzione di quella che un tempo chiamavamo "la più importante impresa culturale del Paese".
Fonte: eduesse
Il ministro del Tesoro, Mario Monti, primo azionista Rai, ha comunicato ieri all’assemblea dei soci i primi provvedimenti in vista dell’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione. Monti annuncia la riduzione dei compensi dei consiglieri, decurtati del 30% da 98mila a 66mila euro circa, e il taglio di tre milioni l’anno alle spese di gestione. Via le auto blu, assistenti, spese di rappresentanza. Inoltre, l’azionista ha indicato ai consiglieri di affidare al presidente le deleghe per firmare contratti fino a 10mln di euro (su proposta del direttore generale, che ha potere di spesa fino a 2,5mln di euro) e per nominare i direttori non giornalistici di prima e seconda fascia. Il consigliere Pdl Guglielmo Rositani ha già ribattuto che sarà il cda a decidere in autonomia, facendo mettere a verbale che le modifiche proposte da Monti sono “contra legem”. Martedì ci sarà la prima riunione del cda, seguita dal consulto in Vigilanza: per essere eletta presidente, Anna Maria Tarantola dovrà avere il voto di 27 commissari (due terzi) ed è tutt’altro che certo il voto del centrodestra.