“E’ la seconda volta che giro in Puglia, dopo la felice esperienza di Quando sei nato non puoi più nasconderti (2004), dove mi serviva effettuare riprese in mare aperto che ho potuto più comodamente e sicuramente girare, per via della loro esposizione ai venti, nella Baia Verde di Gallipoli nei giorni di Libeccio o dall’altra parte (fra Rivabella e Le Quattro colonne) nei giorni di Scirocco.
A Squinzano, nelle vicinanze di Lecce, parte utilizzando vecchie strutture esistenti, parte ricostruendone di nuove, lo scenografo Giancarlo Basili ha realizzato il Centro di Accoglienza dov’era ambientata buona parte del film. Abbiamo perciò potuto non solo “utilizzare” la morfologia territoriale ma anche avvalerci della manodopera locale che ci sorprese per duttilità e ingegno non comune, forse per l’antico retaggio artigianale, qui non ancora disperso. Ci è tornata in mente la Puglia, i suoi paesi, le sue città e soprattutto la grande diversificazione del suo territorio quando è maturato il progetto di questo film, dedicato a Lea Garofalo.
Insieme a Basili – dopo aver esaminato a tavolino un' enormità di materiale fotografico fornito dai nostri referenti pugliesi – abbiamo perciò cominciato a fare dei sopralluoghi con l’obiettivo di concentrare il maggior numero di location in un raggio abbastanza ristretto da non farci perdere un sacco di tempo inutile nei trasferimenti. Infatti la logistica conta nel cinema almeno quanto nelle operazioni militari: dietro ogni inquadratura è implicita un’organizzazione del tempo e nello spazio che non si vede ma è importante ai fini della qualità del film tanto quanto il gesto artistico. Ora stiamo ancora girando, mancano ancora un paio di settimane prima di trasferirci a Milano, per cautela scaramantica non vorrei dire nulla del film, ma posso dire che la soddisfazione mia e del mio scenografo si è ripetuta. Questa volta addirittura la componente pugliese è diventata quasi maggioritaria nella mia troupe. Ormai l’esperienza acquisita sul campo dalle vostre maestranze è di livello tale da garantire rapidità, efficienza e... silenzio, altro elemento indispensabile per governare il caos di un set cinematografico. Questa volta stiamo lavorando a Gravina, Altamura e Bari, più qualche veloce puntata nel circondario. In tutti questi paesi è stato determinante anche l’atteggiamento della popolazione, non infastidita dalla presenza del nostro carrozzone, ma anzi benevola e collaborativa. Cambia molto lavorare in ambiente ostile o affettuoso!”
Marco Tullio Giordana, regista di "Se ti diranno di me" in fase di lavorazione in Puglia tra Gravina e Bari