Il flusso della vita trascina via i ricordi che si incistano in parti remote della memoria, per riaffiorare improvvisamente, come fulmini, quasi inaspettati.
Ieri a Roma ho assistito alla proiezione di un (bellissimo) documentario da noi prodotto presso il Kino Roma, circolo culturale cinematografico affiliato all'Arci nell'affascinante quartiere del Pigneto, il village romano dei giorni nostri. Ebbene appena entrati con gli altri colleghi e amici presenti che non conoscevano il posto, tutti hanno esclamato la propria sorpresa, ritrovandosi immersi in un clima da anni '70, da cine club impegnato e attivo. All'inizio anche io mi sono emozionato, ho avvertito forte una sensazione di malinconia e di stupore, come se non fosse possibile entrare in un'oasi di accrescimento culturale come quello.
Ma poi, mentre scattavo foto con il mio iphone per documentare le vestigia contemporanee di un cinema che non esiste più, mi è tornata alla mente la mia vita precedente.
Son fatto così: vivo troppo intensamente il mio presente per lasciarmi blandire dal peso del passato. Epperò a sto giro ho sorriso di me.
Perché nei tardi anni novanta io ho fatto una cosa identica a Bari (e pure più bella se posso dirlo...) che si chiamava Anarres. Un luogo ereditato da meravigliosi militanti e intellettuali che, giunti spompati alla fine dei novanta, lasciarono a me e alcuni amici il compito di rinnovare vocazione e forma del più importante circolo culturale della città sommersa. Mesi interi passati col pennello in mano, a imparar a rompere e risarcire tracce elettriche, a far collegamenti, a costruire un contenitore che avesse un'anima.
Ci riuscimmo in poco meno di un anno. Molti intorno a noi perplessi, pochi solidali e pochissimi generosamente finanziatori. Così trasformammo un luogo polveroso in un cinema off a meno uno, sotto terra, come il Kino Roma. Nacque lì il mestiere che so fare oggi e dentro quella militanza gratuita, appassionata e come sempre bruciante si produssero legami e rotture, esperimenti e arricchimenti. Una generazione si forma così, nella lotta e nella conoscenza, nella scoperta e negli errori.
Per questo ieri, uscendo dal Kino Roma di via Perugia 34, ho pensato che ho già vissuto molte vite e che, comunque andrà, la parte mia la sto facendo per rendere migliore questo tempo nostro.
Sono circa vent'anni che costruisco luoghi e rapporti. Per questo quando incontro persone che sanno solo distruggere il lavoro altrui, ho imparato a cambiar strada e a ricominciare daccapo a costruire.
Oggi, ogni mattina, entro orgoglioso nel "mio" Cineporto, vado a visitare il Cineporto di Lecce e penso: sono vent'anni che costruisco...
3 Responses
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Grazie Piero, grazie di cuore. Costruiremo allora e ancora. Magari insieme!
Son contento a sentir parlar così,forse perchè mi rispecchio spesso in quello che dici e per come ragioni è paradossale però quando dici:sono vent’anni che…sembra chissà quanti anni hai, invece data l età ne devi fare di strada,nel senso che,vogliamo vedere tante altre tue COSTRUZIONI grazie
Questa è pura linfa vitale,condividere le stesse passioni,confrontarsi e magari scambiarsi le idee sarebbe entusiasmante….Evviva la cultura e le arti visive