Dopo il successo alla 29esima edizione dell’Annecy Cinéma Italien, dove ha vinto il primo premio come miglior documentario, "Il valzer dello Zecchino - Viaggio in Italia a tre tempi" sarà proiettato martedì 6 dicembre alle ore 21 al Teatro Traetta di Bitonto. Il regista pugliese Vito Palmieri torna nella sua città natale per presentare il suo ultimo documentario, attualmente in concorso al Les rencontres du Cinéma italien di Grenoble e al Festival de Cine italiano de Madrid.
"Il Valzer dello Zecchino - Viaggio in Italia a tre tempi", prodotto dalla pugliese Fanfara Film di Pippo Mezzapesa e Paky Fanelli e dalla bolognese Maxman Coop di Paolo Marzoni, in collaborazione con l'Antoniano di Bologna, racconta uno spaccato dell’Italia di oggi. Tre bambini diversi per origine e provenienza sociale si preparano a partecipare a una famosa manifestazione canora: lo Zecchino d’Oro. Ciò che li accomuna è l’amore e il fermento delle famiglie.
Il documentario ha vinto lo scorso giugno il premio speciale della giuria al Festival Internazionale Arcipelago di Roma e a settembre il primo premio come miglior documentario all’Annecy Cinéma Italien. Sempre nel corso dell'anno ha partecipato al Bif&st di Bari nell’ambito della sezione Puglia & Cinema e alla Rassegna Italia vera che si è svolta al Palazzo delle Esposizioni di Roma. "Il valzer dello Zecchino" è stato selezionato anche al Winter Film Festival di Montevideo in Uruguay.
Vito Palmieri, nato a Bitonto 33 anni fa, si laurea in Filmologia al Dams di Bologna. Il regista pugliese ottiene i primi apprezzamenti da critica e pubblico nel 2006 con "Tana libera tutti". Finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e candidato nello stesso anno ai David di Donatello, il cortometraggio si aggiudica oltre cinquanta riconoscimenti, tra cui il premio della giuria al Festival Arcipelago nel 2007 e un premio al festival di Novosibirsk in Russia. Seguono "Se ci dobbiamo andare, andiamoci" del 2009, presentato al festival Human Rights di Bologna, ed "Eclissi di fine stagione" del 2010, selezionato al Giffoni Film Festival, nella sezione Diritti umani.