No, non parlerò di politica questo lunedì, anche se veder sgretolarsi il regno berlusconiano mi procura buone vibrazioni, perché sento aprirsi una nuova epoca. E tutte le nuove epoche portano freschezza, idee, passioni. E cambiamento.
Parlerò, invece, a proposito di cambiamenti, di formati postando questo articolo di Federico Cella apparso sul Corriere.it:
Un nuovo standard tecnologico non sempre ha vita facile nel diventare tale. È il caso del 3D. Perché se da un lato è indubitabile che la tridimensionalità entrerà nei salotti come naturale evoluzione dell’alta definizione, dall’altro la stereoscopia nel proprio processo di crescita sta già affrontando una crisi coi fiocchi. Un primo segnale è arrivato dal cinema, che dovrebbe fare da apripista. Dopo la decisione della Warner di non proporre in 3D il nuovo Harry Potter, il regista Christopher Nolan ha annunciato di aver vinto una battaglia personale con la major per poter girare il nuovo Batman in 2D ( The dark knight rises, sicuro successo al botteghino). Motivi economici, filmare in 3D è costoso, e di resa delle ambientazioni che sono state il successo de Il cavaliere oscuro.
Gli intoppi più seri arrivano però dalle vendite delle tv abilitate alle tre dimensioni. Se da noi Sky festeggia la prima partita di calcio in 3D (Tottenham-Inter, una festa soprattutto inglese) e sono già partite le offerte natalizie "3DTv + blu-ray", i dati di ottobre negli Usa parlano chiaro: il 3D ha inciso solo per il 2% del totale degli schermi tv venduti nel 2010. Le proiezioni puntano al 40%, ma solo nel 2014. Questo perché la spesa per l’upgrade familiare non è indifferente, specie se a breve distanza dal passaggio all’hd, e la tecnologia libera dagli occhialini secondo James "Avatar" Cameron non si diffonderà prima di 8-10 anni.
Si viene così a creare un circolo vizioso ben rappresentato dal canale dedicato di Espn, il primo a portare il 3D in televisione con i Mondiali e che con il 2011 è a rischio chiusura. Le trasmissioni costano troppo a fronte di pochi spettatori e questi non aumentano perché non ci sono contenuti.
Fonte: Corriere della Sera