Chiusasi con un grande successo di pubblico la prima tre giorni del Levante International Film Fest dedicata al romanziere Bram Stoker nel centenario della sua scomparsa, si procede, sempre al Multisala Showville di Bari, con il focus sul cinema georgiano. La rassegna, dal 6 all’8 novembre, si inserisce negli obiettivi di studio e valorizzazione delle cinematografie indipendenti dell’Est iniziato fin dalle precedenti edizioni.
La rassegna, curata dalla giovane Neka Bagdavadze, presenta dodici film e una serie di corti realizzati dagli studenti della Georgian State University of Theater and Cinema per un itinerario visivo che parte dai primi del Novecento e scandaglia anche la contemporaneità terminando con un corto realizzato nel 2012.
Tra gli ospiti di questa sezione Angelo Cirone, Presidente dell’associazione Italo-Georgiana di Bari e giovedì 8 novembre la pluripremiata regista Nana Djordjadze.
Almeno tre le visioni imperdibili di quegli anni, non solo per la rilevanza storica connessa ai recenti disordini delle regioni del Caucaso, ma anche tecnicistica. Si pensi in Eliso di Nikoloz Shengelaya, all’ampio uso di materiale locale d’archivio, preteso dal regista ai fini di una precisione storica o agli “azzardi da videoclip” – uso di stop-motion, animazioni e angolazioni esagerate di camera – presenti in My Grandmother di Kote Mikaberidze, che però finì esiliato in Siberia e il film proiettato dopo quasi trent’anni. E poi naturalmente, quantomeno per saggiarne similitudini o diversità, l’erede di quella “fattografia” anni Trenta così moderna e indisciplinata, proprio come quel mondo caotico che racconta, specchio di una società svuotata e indifferente: le Blu Montains di Eldar Shengelaya, ospite della delegazione georgiana al LIFF 2012.
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