Qualcuno, di grazia, può spiegarmi a cosa serva la censura cinematografica nel ventunesimo secolo?
Fonte: e-duesse.it
‘Foxfire – Ragazze cattive’ di Laurent Cantet in uscita per Teodora il 29 agosto, ha ricevuto il divieto ai minori di 14 anni dalla Commissione di Revisione Cinematografica. «Ancora una volta siamo esterrefatti dalle commissioni di censura che giudicano i film in uscita nelle sale in Italia - hanno commentato in una nota i distributori Vieri Razzini e Cesare Petrillo - Il divieto ai minori di 14 anni inflitto a ‘Foxfire’ è una conferma ulteriore dell'arretratezza culturale di questo paese, in cui le televisioni generaliste sono libere di trasmettere in prima serata film di spaventosa violenza e un film di un grande autore viene penalizzato e ghettizzato come se potesse recare danno ai giovani italiani». Per Teodora si tratta del secondo divieto da combattere, dopo quello per ‘17 ragazze’, la censura stavolta critica le protagoniste di ‘Foxfire’ per «le continue e ripetute condotte di rottura delle regole con modalità violente» e «il farsi giustizia da sole». «Gli adolescenti italiani avrebbero meno capacità di giudicare rispetto ai coetanei francesi, belgi, argentini o canadesi?» - ha commentato il regista Cantet, riferendosi ad alcuni dei paesi in cui il film è uscito senza divieti.
«Quella che si vede nel mio film – ha continuato l’autore - è prima di tutto la violenza di una società che umilia i più deboli (bambini, donne, poveri) e quello che si racconta è il tentativo di formazione della coscienza politica di queste giovani donne che cercano di trovare un posto in un mondo che di loro non ne vuole sapere. Il film non fa mai l’apologia di questa violenza. Le ragazze di ‘Foxfire’ sono spezzate dalla propria storia e pagano il prezzo dei propri errori in prima persona. Privare un giovane spettatore di questo film vuol dire privarlo di un utile strumento di riflessione sulla violenza, sulla complessità del mondo nel quale è stato chiamato a vivere. Vuol dire prima di tutto negargli qualsiasi capacità di giudizio. Come molti adulti, gli adolescenti sono capaci di comprendere la frontiera che separa la finzione e la realtà e affermare il contrario, come ha appena fatto la censura italiana, è prenderli per degli imbecilli, cosa che io mi rifiuto di fare».