L'Italia è un paese bizzarro e divertente. Quando non hai a che fare con la sua burocrazia.
Stamattina sono arrivato in ufficio alle 9.59 perché dovevo iscrivere mio figlio alla anagrafe sanitaria.
Sono andato all'ufficio competente vicino casa alle ore 8.30. Lo sportello era aperto, ma un cartello e la funzionaria preposta mi informavano che per un guasto al sistema informatico non sarebbero stati operativi.
Ho scoperto che a Bari, la mia città, l'iscrizione all'anagrafe sanitaria dei neonati è possibile farla in soli tre Aziende sanitarie locali.
Allora ho preso la macchina e sono andato a Santo Spirito una delle due rimanenti: allo sportello era affisso un cartello che diceva "lo sportello rimarrà chiuso oggi, 2 agosto 2011". Rivolgersi allo sportello ASL del quartiere San Paolo.
Bene. Ho bestemmiato, ma da bravo cittadino ho ripreso l'auto e sono andato al quartiere San Paolo. Trovata la ASL all'ingresso la guardia mi ha sorriso e mi ha detto che ogni giorno emettono solo 60 biglietti e che avrei dovuto ritornare l'indomani.
Finito l'infruttuoso giro delle ASL, me ne sono venuto al lavoro.
Mi chiedo, però, un cittadino che non ha l'auto e la prontezza di spirito di farsi il giro degli uffici dispersi nell'area metropolitana come diavolo fa?
Il vero problema della nostra burocrazia è che chiamiamo aziende organizzazioni fatte di uomini massacrati da anni di inefficienze e da scarsità di mezzi e risorse.
In ogni ufficio pubblico che frequento trovo sempre persone per bene e afflitte dalla scarsa organizzazione.
E allora basterebbe poco per rimettere in moto le energie disperse nel Paese profondo.
Basterebbe ad esempio che i Ministri la smettessero con le sceneggiate di leggi fintamente tagliate o dicasteri al nord e si concentrassero su poche cose, ma fatte bene.
Ce la faremo a risorgere e tornare ai fasti di un Paese capace di sorprendersi per la sua forza morale?