Andrea Segre, il regista rivelazione del Bif&st 2012 con il film “Io sono Lì”, torna a Bari, ospite del Circuito D’Autore di Apulia Film Commission per presentare il suo nuovo lavoro “La prima neve”: l’appuntamento con l’autore è al Piccolo di Bari Santo Spirito, mercoledì 30 ottobre alle 20.15. Il regista saluterà il pubblico prima dell’inizio della proiezione e si soffermerà al termine per un incontro, coordinato dal Presidente di Apulia Film Commission Antonella Gaeta (la pellicola sarà proiettata anche alle 18.15 e alle 22.00).
Tra i prossimi appuntamenti D’Autore inoltre, la prossima settimana, giovedì 7 novembre sempre al Piccolo di Santo Spirito ci sarà l’attore Giuseppe Battiston, protagonista di “Zoran, il mio nipote scemo” di Matteo Oleotto.
Presentato alla scorsa edizione della Mostra del cinema di Venezia, interpretato da Jean-Christophe Folly, Matteo Marchel, Anita Caprioli, Peter Mitterrutzner e Giuseppe Battiston, “La prima neve” è la seconda opera di finzione di Segre, autore che arriva dal documentario e con un occhio quindi abituato alla descrizione e analisi della realtà in ogni sua sfaccettatura. Anche in questo caso, come già accaduto per “Io sono Li” il regista ha scelto di mescolare attori professionisti ad attori non professionisti per raccontare una nuova storia di immigrazione, ma anche di amicizia e di relazioni genitori/figli.
SINOSSI
La prima neve è quella che tutti in valle aspettano. È quella che trasforma i colori, le forme, i contorni. Dani però non ha mai visto la neve. Dani è nato in Togo, ed è arrivato in Italia in fuga dalla guerra in Libia. È ospite di una casa famiglia a Pergine, paesino nelle montagne del Trentino, ai piedi della Val dei Mocheni. Ha una figlia di un anno, di cui però non riesce a occuparsi. C'è qualcosa che lo blocca. Un dolore profondo. Dani viene invitato a lavorare nel laboratorio di Pietro, un vecchio falegname e apicoltore della Val dei Mocheni, che vive in un maso di montagna insieme alla nuora Elisa e al nipote Michele, un ragazzino di 10 anni la cui irrequietezza colpisce subito Dani. Il padre di Michele è morto da poco, lasciando un grande vuoto nella vita del ragazzino, che vive con conflitto e tensione il rapporto con la madre e cerca invece supporto e amicizia nello zio Fabio. La neve prima o poi arriverà e non rimane molto tempo per riparare le arnie e raccogliere la legna. Un tempo breve e necessario, che permette a dolori e silenzi di diventare occasioni per capire e conoscere. Un tempo per lasciare che le foglie, gli alberi e i boschi si preparino a cambiare. In quel tempo e in quei boschi, prima della neve, Dani e Michele potranno imparare ad ascoltarsi.
NOTE DI REGIA
La luce entra nel bosco insieme alle ombre. Si alternano, si incrociano, giocano come vuoti e pieni, come spazi di vita tra silenzio e rumore. Gli alberi sembrano voler scappare dal bosco. Ma non possono. Crescono a cercare la luce, si allungano per superare gli altri, ma rimangono tutti ancorati lì, uno affianco all'altro, in file regolari che segnano le prospettive. È il bosco il luogo centrale dell'incontro tra Dani e Michele; è in quello spazio che i due si seguono, si cercano, si respingono, si conoscono. È uno spazio in cui la natura diventa teatro. Dove la realtà diventa luogo dell'anima e ospita significati e metafore che la trascendono. Pronta a diventare sogno. Come nel mio primo film Io Sono Li, anche La prima neve è costruito nel dialogo costante tra regia documentaria e finzione, tra il rapporto denso e diretto con la realtà e la scelta di momenti più intimi costruiti con attenzione ai dettagli della messa in scena. Così è anche nel lavoro con gli attori: persone del luogo e attori professionisti interagiscono tra loro, in un processo di contaminazione tra realtà e recitazione. Con il privilegio, in questo secondo film, di aver finalmente potuto lavorare con l’energia e l’imprevedibilità di bambini e giovani ragazzi.