La proiezione del documentario "Pinuccio Lovero – Sogno di una morte di mezza estate-" (Italia 2008, HD, colore, 65’) del resista pugliese Pippo Mezzapesa, sarà l’evento conclusivo della programmazione delle opere fuori concorso per la "Settimana Internazionale della Critica" alla 65^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
L’opera del regista bitontino, che ha anche scritto il soggetto e la sceneggiatura con la sodale giornalista Antonella Gaeta, prodotto da Vivo Film, Makò Show&Tourism e Fanfara Film, con il sostegno di Apulia Film Commission, sarà proiettata giovedì 4 (alle 18.30) nella sala Volpi, venerdì 5 (alle 14) nella sala Perla e sabato 6 (alle 20.15) al Palalido.
Si tratta di un documentario surreale ma calato con inesorabile e precisa levità nel territorio che racconta: "Pinuccio Lovero" fotografa una provincia meridionale a un passo dall’estinzione. Lo fa attraverso il racconto di un utopista filosofo che di mestiere aspira a fare il becchino. La precarietà della vita e del quotidiano in un contesto di instabilità lavorativa: la testimonianza di Pinuccio, con le sue contraddizioni, la sua poesia e la sua surreale ironia, diventa il corpo di un film che affronta con ritmo allegro e mai casuale segmenti antropologici del vivere universali attraverso un registro a volte serio e drammatico a volte scanzonato e leggero.
Per il giovanissimo regista Mezzapesa (classe 1980), "Pinuccio Lovero" è il primo lungometraggio, dopo il cortometraggio "Lido Azzurro" (2001), la sceneggiatura di uno degli episodi del film collettivo "A Levante", il secondo corto, "Zinanà", con il quale ha vinto il David di Donatello nel 2004 e il più recente cortometraggio, "Come a Cassano", menzione speciale ai Nastri d’argento nel 2006.