Riceviamo e pubblichiamo l'accorata lettera di Angelo Amoroso d'Aragona dal titolo "Io ho un sogno".
LETTERA APERTA PER LA COSTITUZIONE DI UNA NUOVA ASSOCIAZIONE INTERREGIONALE PUGLIA E BASILICATA
Io ho un sogno.
Ho un sogno che in questi giorni sta riprendendo a svegliarmi spesso grazie alla sua condivisione con molte persone e associazioni di vecchia e di nuovissima conoscenza, sia in Puglia sia in Basilicata.
Grazie a loro, sogno che tra poche settimane un centinaio tra autori, registi, documentaristi, videomaker, creativi in genere che lavorano nel settore del cinema e dell’audiovisivo, si associno per creare una struttura snella, utile a far circolare le idee. Un’Associazione utile al confronto e non alla mera rivendicazione, utile non a rinnovare e ingigantire il lamento e la questua ma a guardare oltre i propri confini, a proiettarsi nel mondo.
Sogno che lo facciano soprattutto associando a loro le diaspore artistiche della Puglia e della Basilicata, quelli che si sono radicati a Roma come a Bologna, a Milano come a Torino. Sogno che si varchino i confini nazionali e ci si senta, grazie alle nuove tecnologie, ogni giorno con i nostri associati a Londra o a Montreal od ovunque nel mondo, facendo leva, gli uni per gli altri, su una qualità che è qualcosa di più di una semplice posizione geografica, se noi lo vogliamo e se noi lo sappiamo, ossia il nostro essere al Margine. Perché è sui margini che nasce il cinema e l’arte più interessante, capace di liquefarsi poeticamente quanto di ferirsi nella prosa dei conflitti reali.
Il mio sogno non è quindi di ritrovarci in pochi ma buoni ma in tanti e diversi, sino ai limiti della massa critica e della inconciliabilità. Riconoscersi nella differenza dell’altro da sé è quello che ci fa attori individuali e non massa sociale. Fare massa critica vuol dire aver capito che nessuno di noi può permettersi di dare un contributo stando alla finestra, invece consapevole di darlo anche solo dicendo "sì ci sono" e nient’altro.
Sogno che una volta costituita (RECIDIVI o d’altro nome che sia) questa Associazione regali una marcia in più ad ogni iniziativa e ad ogni prodotto "locale" (o invece con "radici nostrane" se realizzato lontano da qui) donandogli una sorta di mercato interno, una rete proficua di scambi che ne consentano la veicolazione, la circolazione e una piccola distribuzione non necessariamente solo regionale. Comunque iniziando dal mettere in rete i diversi Circoli del Cinema della UICC quanto della UCCA o della FICC o fuori da ogni controllo, come abbiamo iniziato a fare già in questi due mesi.
Sogno che tutto questo materiale creativo e questa produzione culturale venga giorno dopo giorno rielaborato e rinnovato da una redazione giornalistica che lo trasformi in una newsletter che giri per il mondo, con capacità d’attrazione sul turismo culturale e con un peso specifico nella comunicazione di settore.
Sogno che tutte queste realtà associate, coordinate dalla rete delle Mediateche del progetto Media2000, inizino a mappare il loro territorio, a conoscerne la storia sommersa, a raccogliere il suo patrimonio audiovisivo sin dentro gli archivi famigliari, ricostruendo una memoria antropologica del costume, del paesaggio, dei corpi. Sogno che dentro questi archivi ci entrino anche i nostri scarti di lavorazione e che tutto questo diventi una public librery capace di liberare energie per nuove produzioni, con rielaborazioni artistiche o documentaristiche. Sogno che i patrimoni delle tre Cineteche esistenti, quella Lucana soprattutto con il suo patrimonio di 30.000 pellicole, e le due pugliesi, si riuniscano con le Mediateche regionali e provinciali e con il Centro Studi ABC dell’AGIS, in un sola Cineteca e che questa si trasformi in un centro di produzione culturale, in un volano per le produzioni artistiche per tutto il territorio interregionale.
Sogno che questo avvenga a Bari oppure che Bari la smetta d’essere capoluogo perché non se lo sarà meritato. Sogno che avvenga dentro l’area dimessa della Caserma Rossani in un grande parco verde collegato con lo snodo ferroviario e quindi con aeroporti e autotrasporti, perché possa servire l’intera utenza interregionale, quella giovanile soprattutto, ed essere anche segno di riconoscimento culturale per la città, magari dentro un contenitore multiforme, un museo attivo per l’arte contemporanea. Dovrà avvenire facendo leva sul tessuto universitario delle nostre due Regioni ed avere come attori protagonisti le nuove leve intellettuali che spesso lavorano fuori dai confini regionali e qui non trovano che miseri spazi.
Sogno che in questo spazio, che abbiamo da qualche tempo chiamato Casa del Cinema, le idee e le produzioni culturali si sedimentino, trovino una capacità editoriale che li articoli con vecchi e nuovi strumenti. Sogno che tra venti anni questa Casa del Cinema competa con la Cineteca di Bologna sullo scenario internazionale, diventando riferimento per i paesi balcanici o dell’estremo oriente o del medio oriente, Corridoio 8 permettendo. Sogno che questa avvenga grazie alla nostra capacità oggi di non lasciare nulla per strada, di non consentire più l’asfissia delle idee e delle risorse, lì dove sono invece disponibili e soltanto da mettere in rete.
Sogno che da oggi noi ci si ponga alcuni obiettivi quali la riapertura del centro RAI di produzione che serva entrambe le Regioni; l’affidamento da parte degli enti pubblici di uno spazio dove far crescere la Casa del Cinema in cambio di un lavoro meticoloso e metodico sui repertori cinematografici digitali e video; l’investimento nostro su una testata web che sia anche la nostra piazza virtuale e il luogo degli scambi e delle elaborazioni, luogo aperto ma con spazi chiusi e protetti per la discussione di settore.
Sogno che tutto questo avvenga in modo indipendente e con meccanismi di sussidiarietà con gli enti pubblici e con gli organismi privati da loro creati come la Apulia Film Commission. Sogno che la struttura organizzativa, la spina dorsale di tutto questo sia fatta dalla rete di cooperative Media2000 che fa capo alla Mediateca Provinciale di Matera, coerentemente con il principio di sussidiarietà.
Sogno che vi partecipino attivamente le Università presenti sul territorio ma sogno anche che tutto questo diventi un’occasione unica per le nostre Diaspore per elaborare progetti di partenariato internazionale con cui iniziare a elaborare e vincere progetti per i bandi Media, organizzando workshop utili a far incontrare i nostri produttori di contenuti con i commissioning editors dei grandi network internazionali.
E nel nostro piccolo sogno che noi da subito si inizi a progettare qualcosa e a fornire strumenti utili agli associati. A chiedere che si faccia domanda per uno sportello di Antenna Media o ad organizzare un incontro con sindacati e consulenti tributari sulle modalità di lavoro nel nostro settore, abbandonato alla precarietà anche per responsabilità dei meccanismi pubblici di contribuzione alla cultura.
Piccole cose da fare sin da domani per un sogno che vorrei si realizzasse pienamente nel tempo. Un’onda lunga che arrivi lontano per la quale oggi serve un’onda alta e poderosa che ci veda in tanti associarci e superare il primo scoglio: quello iniziale di dirci "ci siamo!". Poi magari lasceremo tante pozzanghere in giro e ci ritireremo ma ogni tanto dobbiamo saperci anche risollevare e puntare ancora sullo scoglio. La seconda volta sarà più facile e la terza sarà un gioco.
Questo il mio sogno. Ve l’ho raccontato in tutta onestà. Per me è giunto il momento di sapere se era solo un sogno o se c’era della premonizione. Può essere che dopodomani il sogno si frantumi contro una dura realtà ma non mi sarò svegliato da un incubo e vivrò quindi giorni più allegri. A chi come me vuole recuperare il gusto dei bei sogni e vivere desiderando non posso c
he rinnovare l’invito a coloro che leggeranno questa a mettersi in contatto sul web con www.recidivi.it per aggiungersi a coloro che stanno dicendo "SI, vogliamo essere tra i soci fondatori di RECIDIVI e faccio per questo anche passaparola!". Nessuno si immagini escluso e nessuno si consideri fuori, perché questo sogno è il contrario dell’idea di esclusione o estraneità di qualcuno o qualcosa.
Di certo se questo sogno, come sembra, si dovesse realizzare dovrà fare i conti con i sogni tuoi e degli altri, sarà meno assoluto e meno mio ma questo è il sogno e quella è la realtà. Il gioco più bello è in quella!
Buona Decisione a tutti.
Angelo Amoroso d’Aragona