L'Appello Donne e Media, lanciato a fine novembre attraverso internet è poi diventato una lettera aperta inviata alle Istituzioni italiane, con la richiesta di promuovere definitivamente l'uso rispettoso dell'immagine femminile nei media.
L'iniziativa ha raccolto attraverso la Rete il sostegno di centinaia di donne impegnate nei più diversi settori della società civile, ha raccolto i loro pareri e le loro considerazioni, indicando precisi obiettivi e altrettanto puntuali richieste.
Un'attenzione particolare sul servizio pubblico, con una proposta di emendamenti al contratto scaduto a dicembre 2009, per rappresentare la vita reale delle donne, difficoltà e successi compresi;la richiesta di un codice di regole sui media in generale, simile a quello di cui si sono dotati gli altri Paesi dell'Unione Europea,
la costituzione di un Comitato in grado di garantirne il rispetto, sono tra le proposte principali oggetto dell'iniziativa.
L'Appello è stato rilanciato dalla campagna disseminata sul web da key4biz.it, dove tuttora è possibile sottoscrivere la propria adesione a donnetv@key4biz.it, ed ha aperto un vivacissimo dibattito nella Rete.
I primi risultati sono arrivati.
La particolare attenzione che la Commissione per il rinnovo del Contratto di Servizio Rai ha dedicato in generale alla qualità del servizio pubblico e in particolare alla rappresentazione della donna, testimonia l'opportunità della proposta di emendamenti sostenuti dalle firmatarie dell'Appello Donne e Media.
La prima risposta ai temi sollevati dalla campagna è giunta dalla Presidenza della Repubblica e conferma l'allineamento delle tematiche promosse ai principi costituzionali, un prerequisito indispensabile per rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono ancora il realizzarsi della piena parità tra gli uomini e le donne.
Ma le riforme hanno bisogno della volontà necessaria per renderle operative.
In che modo avviare dunque un nuovo corso nell'impiego della figura femminile, a partire dal servizio pubblico?
E come intraprendere il percorso per dotare anche l'Italia di un Codice di regole, simile a quello adottato negli altri Paesi dell'Unione Europea?
Il dibattito è aperto.
Da Internet alle riforme il passo è breve e, come dimostra l'Appello Donne e Media, viaggia anche in Rete.