L'Albero di Trasmissione - Film d'esordio del poliedrico artista, curatore e filmmaker, Fabrizio Bellomo, è un insolito e avvincente ritratto di famiglia, tutto al maschile. Presentato a Dicembre in anteprima mondiale al 55° Festival dei Popoli di Firenze, arriva finalmente in Puglia il film di Fabrizio Bellomo, il Film ha già ottenuto un grande successo di critica e di pubblico nei suoi precedenti passaggi. L'opera prima di Bellomo sarà proiettata il 22 luglio, in Salento, nello spettacolare borgo di Specchia (LE) in occasione dell’11° Festa del Cinema del Reale.
La Festa del Cinema del Reale giunta oramai alla sua undicesima edizione è oggi un’importante e consolidata realtà del circuito del cinema documentario e sperimentale italiano ed europeo, il posto adatto per il primo passaggio pugliese del film L’Albero di Trasmissione.
L'Albero di Trasmissione è un Film essenziale e profondo, il racconto di tre generazioni intrecciate l'una all'altra, la cui genialità tecnico-meccanica, decisamente fuori dal comune, diventa l'albero genealogico di famiglia: il nonno Rocco e la sua geniale macchina d'avanguardia, costruita trent'anni addietro, pezzo per pezzo, ecologica; il figlio Simone, e il suo cantiere pieno zeppo di oggetti di riciclo che lui trasforma in una sorta di museo d'arte, grezzo ma attraente; e il nipotino Nicola, un maestro dello smartphone con cui gioca, fotografa, videoriprende, e che ascolta le competenze di famiglia per imparare.
L'Albero di Trasmissione è un ritratto che parte dalla geniale e inconsueta famiglia Ciliberti, per offrire uno spaccato sulle più emblematiche trasformazioni culturali tra generazione e generazione. Aspetto particolarmente apprezzato dal critico Massimo Causo, che su Sentieri Selvaggi scrive: ‹ Bellomo gioca a rompere la frontalità e crede nel silenzio del filmare a crudo, gioco di relazione implicita, tensione di una complicità non dichiarata. Non c'è empatia nel suo sguardo, semmai c'è simpatia, qualcosa di garroniano… L'obiettivo è il ritratto generazionale, il tempo che passa di padre in figlio in questo mondo ai margini del passato e del presente. ›
Così ne parla anche Montinari ne Il Manifesto:
‹ Sospesi nel tempo, i Ciliberti riparano e reinventano letteralmente oggetti che fuori dalla loro officina, iniziando dalla stessa Bari, la città dove è ambientato L’albero di trasmissione, sembrano destinati più che all’uso quotidiano all’esposizione in un museo dell’uomo. ›
e Pietro Marino su La Gazzetta del Mezzogiorno:
‹ Il Film rivela con sguardo impassibile da documentario ma con sottofondo di tenerezza ed ironia, una singolare storia di resilienza alla barese. Quella della famiglia Ciliberti che gestisce un'officina meccanica che è anche una sorta di bric-a-brac, accampata a San Cataldo, quasi sotto il faro, in una corte stretta fra palazzine di nuova costruzione. ›
entusiasta anche l’intervento di Davide Turrini su Il Fatto Quotidiano:
‹ Impossibile non rimanere ammaliati da L’Albero di Trasmissione ›
Una genialità ingenua e di periferia, destinata a rimanere nell'ombra, ma che Bellomo ha saputo e voluto raccontare dedicando al Film un lungo periodo di riprese e un altrettanto lungo periodo di montaggio. Un'opera prima di grande qualità, prodotta da Amarelarte con l'importante sostegno di Apulia Film Commission e FujiFilm Italia.
Appuntamento allora il 22 luglio alle ore 22 presso la suggestiva location della chiesa sconsacrata dell'ex convento dei Francescani Neri di Specchia (LE).
trailer: http://vimeo.com/101594694
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