"Barry Lyndon è il Settecento percorso come un museo di cera” e nel 2015 compie quarant’anni. Il film cult di Stanley Kubrick torna a vivere sul grande schermo, nella versione originale, ancora una volta grazie al lavoro di restauro della Cineteca di Bologna e in Puglia trova casa nel Circuito D’Autore di Apulia Film Commission. La pellicola sarà quindi in programmazione speciale lunedì 12 gennaio al Nuovo Splendor di Bari (spettacoli h 17.30 e h 20.45), al Metropolis di Mola di Bari (spettacoli h 17.40 e h 21.00), al Db d’Essai di Lecce (spettacoli h 18.00 e h 21.00) e al Bellarmino di Taranto (spettacolo unico h 20.00); giovedì 15 gennaio all’Opera di Barletta (spettacoli h 18.00 e h 21.15) e venerdì 16 all’Osservatorio Garzia di Terlizzi (spettacolo unico h 21.00). Inoltre eccezionalmente il film sarà in programmazione per un’intera settimana, dal 15 al 21 gennaio, al cinema ABC Centro di cultura cinematografica di Bari, sala capofila del Circuito D’Autore gestita direttamente da Agis Puglia e Basilicata (spettacoli h 17.30 e h 20.45).
Dal “Romanzo senza eroe” di William M. Thackeray (1844), sceneggiato dallo stesso Kubrick e interpretato da Ryan O’Neil, il film ha per protagonista Barry, un giovane di bell'aspetto ma dalle origini modeste. Rifiutato dalla donna che ama, intraprende la carriera militare dopo un duello con l'avversario in amore. Stanco della vita militare, con un espediente entra nell'esercito prussiano, divenendo il beniamino del capitano Potzdorf. Ma anche questa volta la fortuna gli volta le spalle e, costretto a fuggire, diventa il compare di un raffinato avventuriero. Con la spada e la pistola si fa largo nella bella società. Ormai è un uomo appagato. Gli manca solo il blasone. Sposando la contessa di Lyndon e assumendone il cognome colma la lacuna. Ma sarà un matrimonio infelice. Il figlio della contessa, nato da un altro matrimonio, lo odia e per molti anni progetterà una vendetta, che si compirà quando affronterà il patrigno in duello. Barry Lyndon perderà una gamba e i suoi averi. Un malinconico esilio segna il suo definitivo destino.
L’impossibile ascesa dell’avventuriero Redmond Barry, che sposa l’aristocratica Lady Lyndon, “traccia una parabola che conduce al nulla” (Michel Ciment). A Thackeray, grande scrittore inglese in quegli anni Settanta poco ricordato e poco tradotto, Kubrick si avvicina con semplicità e trasparenza: “Amavo la vicenda e i personaggi di Barry Lyndon, e mi parve possibile farne una trasposizione senza distruggerlo”. Inventa per Barry solo un diverso finale, restituendo però a Thackeray la battuta che chiude il film – capolavoro d’ironia tragica che potrebbe funzionare, in fondo, come exergo o nota in calce a tutto il cinema di Kubrick.
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