Depressione

Vorrei cadere in depressione o in letargo quando leggo notizie come quella che riporto qui sotto.
Eppure,eppure penso che una delle ragioni per cui Netflix non sbarchi in Italia sia dettata anche da una struttura di mercato asfittica, che impedisce al produttore di tenersi i diritti di sfruttamento del proprio film (e della propria fiction), diritti che cadono ostaggio dei network televisivi. Bloccando così lo sviluppo di un mercato vero, maturo, concorrenziale dei diritti audiovisivi.
E allora, tra ristrettezze di banda larga e di mercato puro, non ci rimane che vedere sempre lo stesso film.
In tutti i sensi.
 
Fonte: Eduesse
Per Netflix, il mercato europeo è un obiettivo strategico. Il colosso fondato da Reed Hastings, proprio quest’anno, metterà infatti a segno dei colpi importanti nel suo piano di espansione nel Vecchio Continente dove, ricordiamo, è presente in Gran Bretagna, nella regione scandinava e in Olanda. L’esordio del servizio di SVod in Francia è ormai praticamente certo: il numero uno di Orange, Stéphane Richard, in un’intervista recente a Radio Classique ha infatti confermato il lancio del servizio entro quest’autunno. Non mancano certo i problemi per l’esordio di Netflix sul mercato transalpino soprattutto per quanto riguarda l’obbligo che avrebbe la società americana di sostenere le produzioni audiovisive locali. E se anche in Germania tutto sembra procedere affinché Netflix possa debuttare entro fine anno, l’Italia rimarrà certamente al palo per quest’anno: l’esordio del servizio sembra rimandato al 2015. Le cause? Su tutte la mancanza di adeguate infrastrutture a banda larga, con una percentuale di penetrazione nettamente al di sotto della media di altri mercati europei. Così come la scarsa diffusione nel nostro Paese di Tv di ultima generazione.