All'inizio del bel film di Edoardo Winspeare, passato nei giorni scorsi a Berlino nella sezione Panorama, abbiamo assistito alle lacrime di una imprenditrice dotata di senso dell'etica, costretta a chiudere la sua fabbrichetta a causa della crisi e della sleale concorrenza cinese. Esternalità negative della globalizzazione e conseguenza delle disastrose politiche cicliche imposte al Continente dalla signora Merkel e dai suoi consulenti di politica economica.
Mi ha molto emozionato e ho voluto leggere con questa emozione il lungo applauso finale che ha accompagnato la proiezione del fin "In grazia di Dio", sostenuto pressoché interamente da fondi privati e dal nostro pubblico di origine pugliese.
E' stata una spedizione nel cuore dell'austerità imposta agli altri, di una Germania crassa e produttiva. A scapito nostro.
E per questo una piccola rivincita semantica.
Che mi conferma che il mondo lo si può cambiare (anche) con i bei film.
Grazie Edoardo, Gustavo, Alessandro e tutti voi che lo avete reso possibile.