Che dire?
Il mio punto di osservazione è - forse - un po' più largo. Per forza di cose, infatti, siedo sul ponte di una nave e l'orizzonte viene comunicato prima ai miei occhi di quelli altrui.
Il modo che abbiamo di attrarre le produzioni è la qualità delle nostre maestranze, oltre che mille altri fattori ambientali. Ma prima della nascita della apulia film commission mancava una strategia coordinata di comunicazione e assistenza che consentisse la continuità. Tra le attività di comunicazione c'è anche lo star system, la capacità, cioè di mettere a valore le presenze di artisti che scelgono la Puglia come location.
Cosa c'entra l'essere guardati dal vivo da una star, francamente proprio non capisco. Ma sono un signore, dunque mi taccio.
Gestire la Torino Piemonte FC è difficile, ma non quanto 'amministrare' un territorio lungo oltre 450 km e variegato come un sub continente. Il Piemonte, infatti, ha conosciuto la vera affermazione sullo scenario nazionale prima - e internazionale poi - utilizzando due leve: il costante impegno finanziario sistemico (la film commission, il fondo, il museo del cinema, il festival, la scena artistica locale dei murazzi, la scuola holden, ecc.) in un mix di pubblico che traina il privato che non ha eguali in Italia. Poi ha ospitato due produzioni di lunga durata come 'Centovetrine' e 'Elisa di Rivombrosa' che hanno consentito oltre che di promuovere le sue location, di assumere e formare sul campo decine di maestranze affidabili.
S'è, per così dire, sparsa la voce che in Piemonte ormai si trovano location e maestranze a bassi costi. Tanto da risparmiare sulle diarie.
Così è nato l'effetto Piemonte.
Noi abbiamo da percorrere la stessa strada. Ma vogliamo farlo in meno tempo e con maggior slancio comunicazionale, visto che la Puglia non ha solo splendidi interni come il Piemonte sabaudo, ma anche una luce folgorante e duratura.
I budget che amministriamo sono infinitamente più bassi di quelli del Piemonte al suo secondo anno di vita. Ma questo la Idrusa non lo vuole vedere, forse.
Così come il suo accenno alla propensione delle produzioni ad intercettare sui territori finanziamenti regionali è pleonastico. In tempi di pesante contrazione dei budget ministeriali e delle tv, è del tutto evidente che le produzioni scelgano altre fonti. Tra queste i territori sono i più rapidi ad intervenire.
C'è però chi gioca sporco o comunque pesante.
Usando fondi Fas - ad esempio - per fare sostegno alle imprese dell'audiovisivo come la Sicilia, oppure il bilancio regionale (e beati loro che possono) per lanciare un fondo da 9 milioni di euro come la Toscana.
In ultimo l'accenno alla production guide cartacea della Emilia Romagna è un retaggio demodè, visto che noi appena nati abbiamo varato la nostra guida on line. Facilmente consuntabile e aggiornabile dai diretti interessati.
Alla Apulia Film Commission spetta mettere le regole e farle rispettare (e noi lo facciamo, visto che, come noto, eroghiamo il nostro fondo in ragione del 20% di anticipo e dell'80% a saldo solo dopo aver controllato che ogni regola sia stata rispettata, altrimenti non eroghiamo il saldo. Si veda l'esempio del film tv Le ali che non ha avuto il nostro contributo perché gravemente inadempiente).
Ci vorrebbe molto più tempo e più spazio per ragionarne, effettivamente. Ma oggi non posso e dunque mi fermo.
Sono uno studente universitario che studia cinema e quindi anche i problemi connessi alla produzione dei film. Abbiamo avuto modo di discutere a lezione di questi problemi e ho citato il lavoro che sta effettuando l’Apuglia Film Commission. Non voglio qui riproporre tutta la discussione (che ha raccontato quello che è successo in Piemonte,come dell’atrofizzazione dell’Emilia Romagna), voglio solo arrivare alle conclusioni che ne sono state tratte, ovvero all’esigenza di affiancare alle produzioni un’importante e continuativa formazione professionale. Questo vale naturalmente per le maestranze come per tutto l’apparato produttivo e creativo del cinema.
Ne approfitto per farvi i complimenti per il lavoro che ogni giorno fate per il Cinema e per la Puglia
Gent. mo Silvio,
il mio intervento era propositivo per tutti, un campanello d’allarme come altri da parte di chi lavora nel cinema e nell’audiovisivo all’interno dell’ingranaggio e sente il peso del lavoro non riconosciuto e il rischio della svalutazione delle proprie competenze. Questi sono problemi reali tanto quanto l’esigenza di una formazione professionale adeguata come auspicano gli studenti universitari.
Reagire risentiti ad un’analisi fatta da addetti ai lavori non è costruttivo, tanto più che non era per niente critica nei confronti di Apulia Film Commission (semmai conteneva una richiesta di complicità e garanzia di correttezza…) e si rivolgeva a tutto il mondo del lavoro cinematografico. Che esista un’agire non sempre ben intenzionato da parte delle grosse produzioni nei confronti dei fondi pubblici e della manodopera a basso costo è innegabile, possiamo solo auspicarci che con politiche nuove cambi il vento. Se voi siete e vi confermerete protagonisti in questo senso tanto di cappello.
La citazione della guida cartacea era solo esemplare di una prassi datata, ma efficace nel tempo in cui è stata concepita; è ovvio che il database online è lo strumento migliore dei nostri giorni.
Buon lavoro!