Alieno precipitato da un altro mondo, il regista Davide Manuli arriva a Bari martedì 4 giugno al Cineporto di Bari per il quinto appuntamento della rassegna “Registi fuori dagli sche(r)mi #2”.
Il programma della giornata prevede alle 20 l’esclusivo incontro con Davide Manuli nel quale intervengono i critici cinematografici Gemma Adesso (Uzak) e Luigi Abiusi (Uzak, Filmcritica); a seguire la proiezione del film “La leggenda di Kaspar Hauser” (2012).
Altri appuntamenti da non perdere si terranno alla Mediateca Regionale Pugliese (via Zanardelli, 30-36, Bari): lunedì 3 giugno alle 18 è prevista un’introduzione a Davide Manuli a cura di Gemma Adesso; a seguire proiezione di "Girotondo, giro intorno al mondo" (1998). Mentre mercoledì 5 giugno alle 18 sarà proiettato "Beket" (2008). Tutti gli eventi sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.
“Registi fuori dagli sche(r)mi #2” attraverso proiezioni, incontri, la speciale master class e approfondimenti, vuole proporre un cinema anarchico, potente, incontrollabile con film per propria natura fuori dagli schemi di ordinaria formulazione, quindi fuori dai parametri di normale fruizione e per questo al di fuori dagli schermi della distribuzione italiana.
Il cartellone di film preceduti dall’incontro con il regista e i critici cinematografici si completa con l'ultimo appuntamento: la proiezione di “Low Tide” di Roberto Minervini con Andrea Pastor e Daniela Turco (11 giugno).
La rassegna organizzata da Apulia Film Commision, UZAK e CaratteriMobili, è patrocinata dal C.U.T.A.M.C. - Centro Universitario per il Teatro, per le Arti visive, la Musica, il Cinema dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
La rassegna “Registi fuori dagli sche(r)mi #2” è un’iniziativa cofinanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – Azione 4.3.1.
Info: www.apuliafilmcommission.it; redazione.uzak@gmail.com.
SCHEDA DAVIDE MANULI
Alieno precipitato da un altro mondo, Davide Manuli è il regista apparentemente più antirealista del cinema italiano contemporaneo. Soggetto centrale dei suoi film è il corpo astratto dal contesto che gira in mezzo a un deserto svuotato di Storia. La danza è l'unico atto che resta da compiere su un qualsiasi pianeta perso nel cosmo: abolito ogni sistema (politico-sociale-solare) l'attesa di un niente da fare permanente riabilita il movimento come atto sovversivo che afferma l'esistenza. Se "Girotondo giro intorno al mondo" (1998) è la parabola della dissoluzione e rinascita del soggetto, in "Beket" (2008) quel soggetto si fa spazio immenso, cumulo di macerie, in cui ogni ricerca è un'impresa fallimentare.
SCHEDA “LA LEGGENDA DI KASPAR HAUSER”
"La leggenda di Kaspar Hauser" (2012), film presentato in anteprima nazionale al Milano Film Festival e non ancora apparso nelle sale italiane, è, tra le sue rappresentazioni dell'inaudito, il film beckettiano per eccellenza: Kaspar (Silvia Calderoni) è l'androgino Godot, inattivo per volontà e inattuale per vocazione. Il suo essere fuori da tutti i limiti e da ogni spazio umanamente concepito lo rende misterioso corpo danzante che nella musica trova la sua dimensione "senz'oltre. Senza provenienza. Senza ulteriore nulla" (Beckett).