La Fondazione Apulia Film Commission comunica che è stata definita la lista dei progetti finanziati dalla terza tranche del film fund: a valere sul fondo annuo di 450mila euro, ne sono stati stanziati in questa terza fase 150mila. Otto in tutto le opere ammesse - tra film di lungo e cortometraggio e documentari - su tredici domande arrivate.
Come da regolamento, la valutazione preventiva della qualità artistica e della congruità produttiva è stata affidata a due autorevoli critici cinematografici pugliesi: Vito Attolini e Massimo Causo.
Otto quindi i finanziamenti varati, ad iniziare dal lungometraggio "Mannaggia alla miseria" di Lina Wertmüller (60mila euro). Il film racconta la storia di Antonio, Chicchino e Marina che, di ritorno dall’India, decidono di realizzare a Napoli un singolare esperimento: "aprire" una banca (sul modello del mutuo soccorso), per consentire alla povera gente di intraprendere un’attività in proprio emancipandosi dai disonesti datori di lavoro e ponendosi in conflitto con le regole della camorra. Si prosegue con "Henry", nuovo lungometraggio di Alessandro Piva (40mila euro) tratto dall’omonimo romanzo di Gianni Mastrangelo (Einaudi - Stile Libero), in cui il regista barese si cimenta con un giallo ambientato nel sottobosco della droga (in gergo ‘henry’), presentando personaggi ai margini della società.
Cinque i cortometraggi selezionati dalla commissione: il più alto finanziamento (13mila euro) è andato a "Non solo il fuoco" di Alessandra Balestra, ritratto di una ragazza in due momenti distinti della sua vita, il corto è prodotto e interpretato da Mariagrazia Cucinotta.
"Passing time" di Laura Bìspuri (12mila euro), è un piccolo ma intenso soggetto incentrato su convenzioni sociali, identità sessuale, ruoli familiari e tema della morte; "Zaffiri" di Massimo Fersini (8mila euro) è una storia ricca di umor nero, tratta da un racconto di Max Aub: vicenda di una signora che avvelena un gruppo di amiche giunte inaspettatamente a turbare la sua quiete. Si continua con "Uerra" di Paolo Sassanelli (10mila euro), racconto in chiave bonaria e ironica di una doppia sfida - politica e a carte – fra due popolani di opposto schieramento politico, nella Bari vecchia dell’immediato dopoguerra. E’ un apologo sull’eredità fascista ed il racconto del perenne antagonismo "strapaesano" tra fascisti e comunisti. "L’amore è una cozza meravigliosa" di Gianni Colajemma (7mila euro), è un racconto surreale, con vaghe reminiscenze felliniane, con un personaggio che alla fine si rivela come alter ego del protagonista. Infine il documentario "San Nicandro, Sefat. La vera storia di Donato Manduzo" di Vincenzo Condorelli e Romi Romi Aboulafia (8mila euro), che mira a ricostruire le vicende legate alla comunità ebraica di San Nicandro convertitasi negli Anni ‘30 seguendo l’ispirazione di Donato Manduzio